19 Feb Il maestro e l’ascolto
E’possibile comprendere il messaggio vedico nonostante si possa essere illetterati, ricevendolo con un ascolto attento ed umile da un maestro spirituale autentico.
Per molti il principio di accettare la guida di un maestro spirituale per raggiungere l’illuminazione non sempre viene considerato di fondamentale importanza.
La Verità Assoluta è la Suprema Persona, la Causa di tutte le Cause. La Verità Assoluta non è materia inerte, ma è pura coscienza e si manifesta per il Suo dolce volere. I sensi materiali non possono percepirla e gli strumenti della conoscenza materiale, la logica e il ragionamento non possono entrare nel regno dell’inconcepibile.
L’Assoluto non è un elemento che appartiene al livello della dimensione materiale. In questa dimensione vi è la possibilità di analizzare e misurare gli oggetti che la compongono. Tutto ciò che riusciamo a percepire con i nostri limitati sensi è parte del mondo di Maya, la realtà illusoria. A causa dell’identificazione con questa realtà materiale abbiamo perduto la visione trascendentale, annullando la capacità di percepire la quarta dimensione, il livello in cui l’Assoluto è conoscibile.
Questo mondo materiale è il dominio di Maya ed è caratterizzato dalla temporaneità e dalla dualità. Nascita, malattia, vecchiaia e morte dominano le esistenze di ogni essere. Solo attraverso la conoscenza spirituale possiamo superare queste difficoltà.
Possiamo acquisire tale conoscenza soltanto dai Veda che emanano direttamente dalla Suprema Persona (vedo narayana saksat) attraverso il maestro spirituale. Questo fatto è confermato nella Svetasvatara Upanisad (6.8): yo brahmanam vidadhati purvam yo vai vedams ca prahinoti tasmai: “Questa Suprema Persona manifestò Brahma all’inizio della creazione e gli trasmise i Veda.” I Veda stessi inoltre ripetutamente affermano che coloro che desiderano comprendere la conoscenza spirituale devono prima di tutto avvicinare un maestro spirituale. I Veda vengono chiamati anche sruti perché si ricevono attraverso l’ascolto e non attraverso una semplice lettura. E’possibile comprendere il messaggio vedico nonostante si possa essere illetterati, ricevendolo con un ascolto attento ed umile.
I Veda sono chiamati anche Sabda Brahman, suono trascendentale, e vengono tramandati dall’antichità fino ai nostri giorni non in modo casuale o disordinato bensì attraverso la guru parampara, il sistema della successione di maestri. Quindi i Veda vengono ricevuti attraverso l’ascolto da un maestro autentico. Il discepolo ascolta e gradualmente realizza dal suo guru la conoscenza spirituale dei Veda, ed in seguito il discepolo qualificato, diventato maestro e tramanda la stessa conoscenza ai suoi discepoli. La Mundaka Upanisad (1.2.12) afferma: “Per capire la conoscenza trascendentale bisogna avvicinare un maestro spirituale. Tale maestro è esperto nella conoscenza dei Veda ed è stabilito nella relazione trascendentale con la Suprema Persona.” Quindi il maestro è srotryam, cioè ha ascoltato bene la scienza dei Veda dal suo guru, ed è Brahma nistam, stabilito nella Verità assoluta perché l’ha realizzata attraverso la propria esperienza personale.
Anticamente i Veda non venivano trasmessi per iscritto ma oralmente. Le persone, a quei tempi, possedevano una acuta memoria a tal punto da ricordare ciò che avevano ascoltato solo una volta. In questa era, invece, a causa di tendenze e di attività prive di virtù che conducono ad un indebolimento fisico e mentale, gli esseri umani hanno quasi completamente perduto la loro capacità di memorizzare in breve tempo qualsiasi tipo di conoscenza ricevuta attraverso l’ascolto. Così Srila Vyasadeva, una manifestazione divina, mise per iscritto tutta la conoscenza vedica affinché tale conoscenza non fosse dimenticata nel corso del tempo.
Il maestro è Krishna stesso nel senso che rappresenta il Suo messaggio. Come Dio è sempre presente anche la conoscenza spirituale e il guru lo sono. Alcuni chiedono se il servizio alla Verità giungerà ad un punto morto un giorno, ma nella loro ignoranza non sanno che il flusso d’amore divino scorre per l’eternità e chi lo preserva e lo ravviva è il principio del maestro spirituale, l’incarnazione del servizio a Dio. E’ il ricercatore spirituale che deve essere sufficientemente qualificato per riuscire a connettersi al principio del guru.
Il maestro risveglia il desiderio assopito d’amore per Dio nel cuore degli uomini. Egli è impegnato completamente nel donarsi a Dio sempre e ovunque. Quando egli si manifesta, la forza dell’Assoluto inizia ad agire e gli esseri ricevono la speranza di raggiungere la méta.
Krishna fa in modo che i Suoi intimi devoti siano sempre presenti al fine di preservare il sentiero di ritorno a casa da Lui. E’grazie all’esistenza eterna del principio del maestro divino che gli esseri possono aspirare a realizzare la perfezione spirituale e liberarsi dall’illusione di Maya.
Non sempre è realizzato dai discepoli con chiarezza il modo con cui il maestro allontana l’illusione materiale. La maggior parte di loro sono ciechi e non vedono l’azione della Sua grazia e il Suo amore. Questi discepoli sono simili a piccoli bambini, incapaci di capire ciò che la madre sta facendo per loro. I bambini urinano, evacuano, piangono e si lamentano tra le sue braccia, ma la madre tollera tutto ciò per l’amore che nutre nei confronti dei propri piccoli. Allo stesso modo anche il maestro agisce come una madre gentile e colma d’amore. Il maestro perdona tutti i limiti ed offese di un discepolo che ha accettato con fede e onestà la sua guida. Egli dona la sua grazia a coloro che sono deboli, infelici e pentiti ma desiderosi di seguire il cammino dell’Amore Divino con tutta la sincerità di cui sono capaci.
Talvolta il guru può manifestare apparentemente sentimenti severi ma chi ha acquisito la corretta visione comprende che il cuore del maestro spirituale è sempre più soffice di un fiore. La dedizione e la compassione sono le due caratteristiche che si manifestano nel maestro in relazione ai discepoli. La severità talvolta rappresenta una forma d’amore.
Nessuno può liberarsi dalle catene di Maya, l’illusione, senza aver preso pieno rifugio nel divino maestro. Maya non ha il potere di sconfiggere la forza spirituale del maestro ma il maestro può sconfiggere i limiti interiori dei propri discepoli soltanto attraverso la sua grazia.