La Religione istituzionalizzata

Ad una attenta analisi è evidente che il significato autentico della religione è stato snaturato, fino al punto d’istituzionalizzare il processo religioso portandolo ad essere soggetto ad un dogma in cui il libero e naturale sentimento d’amore verso l’Infinito viene soffocato al suo nascere. Non è possibile imprigionare l’Infinito e il sentimento religioso in una istituzione se non a rischio di perdere tutto. Abbiamo notato che alcune istituzioni religiose in origine hanno dimostrato propositi sinceri ed autentici, ma qualsiasi organizzazione creata per aiutare spiritualmente il prossimo non ha avuto ancora successo.

La religione istituzionalizzata è caratterizzata da un dogmatismo che crea delle separazioni tra gli uomini: da una parte ci sono coloro che si ritengono i veri credenti e gli unici detentori della Verità, e dall’altra ci sono i deviati, gli infedeli; questo trasforma i religiosi dogmatici in fanatici e privi di reale visione interiore, sostenuti da seguaci che possiedono i sentimenti più grossolani di materialismo.

Questo fenomeno ovviamente allontana sempre di più i ricercatori spirituali sinceri e le persone in genere dal seguire il sentiero della Verità spirituale. Quei pochi che possiedono una comprensione più profonda e non dogmatica, vengono allontanati e costretti ad abbandonare il luogo in cui erano nati spiritualmente. Questi uomini di grande spiritualità sono sempre più rari e ricevono scarsa attenzione all’interno delle istituzioni religiose in cui il potere, la deviazione dal messaggio divino originale del maestro fondatore, la ricchezza, la politica e l’indifferenza nei confronti dei membri prendono il sopravvento.

La religiosità originale invece riveste una connotazione differente rispetto al dogmatismo religioso, nel senso che l’autentica spiritualità è inevitabilmente esoterica e superiore, ed è una percezione diretta della Verità Assoluta che si manifesta attraverso una trasmissione spirituale dal cuore del maestro a quello del discepolo. Tutto ciò si pone all’opposto dei canoni dogmatici religiosi in cui i componenti della gerarchia dell’istituzione pretendono di controllare con leggi rigide la trasmissione della conoscenza spirituale, relegando il maestro spirituale ad un semplice prete preposto solo allo svolgimento della liturgia. La dottrina elaborata da queste persone avviene sulla base della maggioranza diventando una convenzione a cui tutti devono indistintamente attenersi, soddisfacendo così le esigenze di coloro che hanno delle vedute spirituali mediocri.

Da sempre le tradizioni filosofiche dell’India non hanno il carattere tipico di una religione organizzata. In particolare nella tradizione della bhakti questo carattere è completamente assente, è un cammino interiore, non dogmatico, in cui non esistono istituzioni, fanatismo e settarismo ma dove la libertà d’amare Dio si manifesta senza alcuna costrizione. In questo percorso spirituale l’autorità ultima risiede in Dio. Questa autorità si manifesta nella dimensione terrena attraverso il Maestro, i Santi precedenti e le Sacre Scritture. Non esiste una istituzione centrale o una gerarchia da cui abbia origine l’intera autorità spirituale. In realtà esiste soltanto un Maestro, che è Dio stesso, il quale si manifesta nella forma di un santo vivente che trasmette il messaggio spirituale ai sinceri ricercatori, al di là di concezioni ecclesiastiche, ereditarie e convenzionali.

Questo non significa che una qualche tipo di associazione al fine di divulgare il messaggio spirituale non debba essere creata. L’importante è che non si basi solamente su un rigido insieme di leggi. Unirsi ad essa non deve essere obbligatorio, è una scelta volontaria ed ogni membro opera in mutua cooperazione con gli altri sotto la guida diretta del maestro spirituale.